A.C. 1112
Grazie, signora Presidente. Colleghe e colleghi, deputati, Governo, Sottosegretario Molteni, che fa parte del Governo, ma sta qui seduto da questa mattina, dunque mi riferisco in particolare a lei.
Le scelte di comunicazione del Governo e della Presidente Meloni direi che irridano alla realtà dei fatti. Hanno chiamato decreto Primo maggio, che sarebbe la festa delle lavoratrici e dei lavoratori, un provvedimento che incentiva la precarietà e non contrasta il lavoro povero e, allo stesso modo, hanno chiamato decreto Cutro un insieme di misure affastellate che a tutto mirano, tranne che a prevenire il ripetersi di tragedie come quella avvenuta il 26 febbraio del 2023, quando un'imbarcazione partita dalla Turchia, con a bordo 200 persone, si è spezzata in due, a pochi metri dalla riva del litorale di Steccato di Cutro, in provincia di Crotone.
Il nome Cutro evoca, Presidente, evoca innanzitutto il ricordo di quella strage, in cui morirono più di 100 persone, un terzo delle quali erano bambini; il nome Cutro evoca lo spirito di solidarietà della popolazione, che aiutò nei soccorsi e nell'accoglienza dei sopravvissuti; evoca, infine, il comportamento cinico ed ipocrita di un Governo che non ha mai voluto chiarire fino in fondo le ragioni che portarono a quella tragedia, rifiutandosi di rispondere alla semplice domanda: perché si mosse la Guardia di finanza e non la Guardia costiera, che aveva le motovedette adatte, quelle non affondano mai, quindi adatte a salvare le persone, anche con il mare in tempesta? Sottosegretario Molteni, siamo ancora in attesa di una risposta a questa domanda.
Il Governo non volle andare a rendere omaggio alle salme raccolte nel palazzetto dello sport, né volle incontrare sul posto le famiglie delle vittime e i sopravvissuti, come hanno fatto alcuni di noi e come ha fatto, soprattutto, il Presidente Mattarella. Anzi, il giorno prima dell'arrivo blindato del Consiglio dei ministri si tentò il trasferimento coatto delle salme a Bologna, senza il consenso dei familiari!
Una volta lì vi siete riuniti in una stanza del comune e avete prodotto questo decreto, illustrato in modo un po' goffo, diciamo, anche un po' nervoso, nella successiva conferenza stampa. Chi non ricorda, infatti, l'infelice espressione della Presidente Meloni, che presentava questo decreto - come cosa? - come lo strumento per dare la caccia ai trafficanti in tutto il globo terracqueo. Come dimenticarla questa affermazione! Ma andiamo alla sostanza: dopo una strage di queste dimensioni, che aveva colpito l'opinione pubblica italiana, e non solo, a dire il vero, quella italiana, ci si aspettava, come reazione, un provvedimento volto ad evitare che tragedie come quella possano ripetersi; volto, quindi, a mettere in campo misure più forti e più estese per il salvataggio in mare, il rafforzamento delle vie legali di accesso in Italia, i corridoi umanitari per i richiedenti asilo e, per i migranti economici, un decreto Flussi all'altezza delle richieste del mondo produttivo.
Invece neanche per sogno, neanche per sogno! Si introduce un inutile nuovo reato contro i cosiddetti scafisti, che, badate bene, non sono quelli che organizzano i viaggi, non sono i trafficanti che si arricchiscono facendo pagare migliaia di euro a ciascun migrante. No, no, quelli stanno al sicuro, rimangono a casa, continuano nella loro vita lussuosa, spesso anche criminale! Il Governo se la prende con chi guida barche e barchini, che molto spesso sono migranti che non hanno tutti i soldi per pagare la traversata, ma il Governo ha bisogno di un capro espiatorio. E allora facciamolo questo reato. Questo bloccherebbe le partenze, secondo voi? Ma non scherziamo! Ma sapete anche voi che non è vero, ma certo che lo sapete. E poi il Governo prevede un decreto Flussi molto sottostimato, di circa 80 mila persone, quando solo Coldiretti per l'agricoltura ne chiede 100 mila, e oltre all'agricoltura c'è l'edilizia, c'è il turismo, c'è il comparto dei servizi che avanzano richieste analoghe. Quindi, per pura propaganda o, chissà, per scongiurare la sostituzione etnica, temuta dal Ministro Lollobrigida, ma, a dire il vero, anche da altri prima di lui, che sono stati maestri in questo, invece di rispondere alle esigenze reali del Paese e del mondo produttivo, si fa un decreto Flussi sottostimato.
In questo decreto-legge c'è poi la misura più grave di tutti, la chiamerei la mutilazione della protezione speciale, che provocherà effetti assolutamente dannosi, perché migliaia di persone che oggi hanno un permesso di soggiorno, che vivono e lavorano regolarmente, che pagano le tasse, diventeranno irregolari, non avranno più la possibilità di contribuire quindi allo sviluppo e alla vita sociale del nostro Paese, e verranno lasciate ai margini. È questa l'essenza dei vostri provvedimenti: in nome della lotta a quelli che chiamate clandestini, non fate altro che crearne di nuovi!
È accaduto con la legge Bossi-Fini, con la cancellazione della protezione umanitaria, voluta dall'allora Ministro dell'Interno Salvini, e accade ora con questo decreto. Volete produrre più persone irregolari, e sono clamorosamente false le dichiarazioni di alcune figure istituzionali, compresa la stessa Presidente del Consiglio, secondo le quali la protezione speciale sarebbe qualcosa che non esiste negli altri Paesi europei. Ci sono almeno altri 18 Paesi europei che hanno una misura di questo tipo. Ma come vi viene in mente? Ma non è difficile smontare le vostre bugie, basta informarsi, basta andare in rete e cercare, chiunque può farlo.
Ed è grave che il permesso di soggiorno per protezione speciale non possa più essere trasformato in permesso per lavoro. Così, quando ad una persona che lavora regolarmente scadrà la protezione speciale, non potendo convertire quel suo permesso in permesso di lavoro, perderà il lavoro regolare, per diventare disoccupato o disoccupata, o lavoratore o lavoratrice al nero. Eccolo, lavoratore o lavoratrice al nero, è questo che volete fare. Per fortuna è stato lasciato, dopo varie e note insistenze, il richiamo agli obblighi internazionali. Questo vuol dire che si conferma il rispetto dell'articolo 8 della CEDU, che stabilisce, lo leggo, che ogni persona ha diritto al rispetto della propria vita privata e familiare, del proprio domicilio e della propria corrispondenza. Volevate toglierlo, avete provato di tutto per farlo. Non ci siete riusciti. Quindi che vuol dire? Che una persona che abbia un radicamento familiare in Italia non potrà essere espulsa, e questa dovrebbe essere una buona notizia per voi che erigete a difensori della cosiddetta famiglia tradizionale. Non siete contenti? O questa protezione della famiglia tradizionale dipende invece dall'etnia, dal colore della pelle? Ma chi lo sa come la intendete voi. Ma c'è di più, i richiedenti asilo non potranno essere più inseriti nei circuiti della Rete SAI, il sistema di accoglienza e integrazione costituito da piccoli centri che favoriscono l'integrazione, anche perché hanno un impatto meno invasivo sul territorio.
E preoccupa il fatto che i richiedenti asilo potranno essere trattenuti nei centri di detenzione, negli hotspot e addirittura nei CPR, che sono luoghi di reclusione, che il Governo vorrebbe perfino moltiplicare, nel corso non solo delle prime misure di identificazione, ma anche durante la procedura di asilo. Questo è grave perché stiamo parlando di persone che fuggono dalle guerre, dalle violenze, dalle violazioni di diritti umani, dalle persecuzioni. Lo abbiamo visto anche a Cutro, a bordo c'erano afgani, somali, iraniani, palestinesi. Queste persone si trovano quindi ad essere oggi, con il vostro decreto, recluse come se fossero criminali e delinquenti. Cioè, voi andate a recludere persone che fuggono dalle dittature e dalle violazioni di diritti umani come se fossero criminali!
Ma noi non eravamo la patria del diritto? Ma il Ministro Nordio, chiedo, è lo stesso giurista che un tempo - me lo ricordo - era noto per la sua cultura garantista o è un'altra persona? Ma che gli avete fatto al Ministro Nordio? Il Ministro Nordio è d'accordo che vengano detenute vittime delle violazioni dei diritti umani? Piacerebbe saperlo. Questo decreto è l'ennesima dimostrazione del fatto che sul tema dell'immigrazione il Governo Meloni oscilla e sbanda tra l'incapacità e la propaganda inconcludente.
D'altronde, Presidente, per prendere voti avete promesso di tutto. Blocchi navali, già, poi hanno spiegato alla Presidente Meloni, giunta a Palazzo Chigi, che non si poteva più dire, perché era un atto di guerra, porti chiusi! E ora, che siete al Governo, che fate? Non sapete che pesci prendere, annaspate. Una prova di questo sbandamento, almeno dalla lettura dei giornali, Sottosegretario, è il fatto che la Presidente Meloni, in visita a Londra, pare che abbia detto al Premier Sunak che lei vive una piena condivisione della sua linea britannica sull'immigrazione, quindi compreso il trasferimento forzato, cioè le deportazioni dei migranti e richiedenti asilo in Ruanda.
Si è complimentata. Magari avrà pensato: beato te che le puoi fare perché sei fuori dall'Unione europea, a me il diritto comunitario europeo non lo consentirebbe. Questo potrebbe aver pensato la Presidente Meloni. Ma insomma, veramente voi pensate che il fenomeno dell'immigrazione, che ha caratteristiche strutturali e non emergenziali, si governi con le multe alle ONG, con l'arresto di chi guida i barchini oppure creando nuovi irregolari? Ma voi veramente pensate questo?
Oppure, scaricando magari sull'Unione europea le vostre responsabilità, un giorno dite: grande vittoria di Giorgia Meloni. Ha convinto l'Unione Europea a farsi carico del tema dell'immigrazione. Il giorno dopo, invece, vi lamentate che l'Europa ha lasciato sola l'Italia.
Allora, direi che basta con la disinformazione e le menzogne, basta minare il diritto d'asilo, basta indebolire il sistema di accoglienza e basta calpestare i diritti umani per raccattare qualche voto. Siete veramente il Governo dell'improvvisazione, del caos e della disumanità.